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Bollettino numero 8 (febbraio 2021)
Bollettino numero 7 (febbraio 2021) |
Bollettino numero 4 (ottobre 2020)
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Il breve editoriale del mese: BOTTICELLI A GROSSETO! Dal 23 ottobre e fino al 10 gennaio 2021 il Polo culturale Le Clarisse ospiterà un’importante mostra dedicata a un bellissimo tondo di Sandro Botticelli (e bottega), raffigurante una Madonna con Bambino, San Giovannino e un angelo (tempera su tavola, diametro cm.85). L’opera fu acquistata da Gianfranco Luzzetti nel 1985 ad un’asta Christie’s, a Londra, per la sua collezione privata. Da allora non è mai stata esposta al pubblico. La mostra è inserita nella Settimana della Bellezza, promossa dall’ufficio per la pastorale culturale della Diocesi di Grosseto e da Fondazione Crocevia con la co-organizzazione di Comune di Grosseto e Fondazione polo universitario grossetano. Main sponsor: Fondazione Bertarelli. Questa mostra sarà la prima di un ciclo di mostre dedicate, ogni autunno, a un capolavoro della collezione fiorentina di Gianfranco Luzzetti che, al riguardo, dice: “La mostra del tondo di Botticelli rappresenta un’ottima opportunità per inaugurare un ciclo di eventi in grado di assicurare al museo di Grosseto una continua promozione e valorizzazione: ogni anno presterò un’importante opera della mia collezione fiorentina per creare una rinnovata attenzione e un interesse costante. Il mio impegno per Grosseto non solo non si è esaurito, ma rimane immutato. In più, dato che questa edizione della Settimana della Bellezza è dedicata al ‘dono’, vorrei comunicare alla comunità grossetana che sto pensando a un un nuovo dono: non escludo che, in futuro, il tondo di Botticelli possa entrare in modo permanente nella collezione del mio museo in Maremma”. Mauro Papa – Direttore Polo culturale Le Clarisse MOSTRE ![]() ![]() Vedi: https://www.clarissegrosseto.it/un-tondo-inedito-di-botticelli-mostra-grosseto ![]() EVENTI e NEWS ![]() Per prenotazioni: tel 392 1019472 ![]() ![]() Arthé / infusioni d’arte nella chiesa dei Bigi, primo appuntamento. Presentazione del libro d’arte di Annalaura Longo e degustazione di thèvenerdì 16 ottobre, ore 17, Museo Luzzetti. Max 15 posti. Per info e prenotazioni: 0564/488066-067-547 o collezioneluzzetti@gmail.com Inaugurazione della mostra: La bellezza svelata, Un tondo inedito di Botticelli dalla Collezione Luzzetti, venerdì 23 ottobre ore 17, Chiostro di San Francesco. Necessaria la prenotazione inviando una email a progettoculturale@grosseto.chiesacattolica.it ![]() Piano recital di Paolo Scofarella, Scriabin Concert Series, domenica 25 ottobre, ore 11.30, Chiesa dei Bigi. Per prenotazioni: 392/1019472 Visite guidate: Tutti i sabati alle ore 18:30, “Alla scoperta dei capolavori della Collezione Gianfranco Luzzetti”, visita guidata al museo (max 7 persone), prenotazione obbligatoria: 3491082807 EXTRA Altri Sguardi, rubrica di giornalismo culturale a cura di Lorenzo Mantiglioni Abbracciami forte, sono a casa. Qualche giorno fa, mentre mi trovavo su una strada secondaria e di campagna, tra Pitigliano e Sovana, un pensiero mi è passato nella mente. C’era così tanta bellezza intorno a me, che una strana malinconia di ritorno si è palesata per un attimo. Ho pensato che dopo una lunga estate, in cui tutti noi abbiamo sentito il bisogno di evadere, di uscire dalla nostra quotidianità, di lasciare alla spalle per un po’ l’eco assordante delle strade vuote durante il lockdown, che forse era il momento di ritornare alle origini.Ci siamo lasciati, con l’ultimo editoriale, al concetto di vederci, di prenderci questa bellissima libertà, con baci virtuali, con abbracci da riporre – per prudenza – nelle nostre tasche. Bene, ora però che è tornato l’autunno e quella voglia di fuggire viene meno, dobbiamo guardarci indietro. È forse arrivato il momento di prenderci una tazza di tè sotto le coperte, di muoversi in contesti più protetti e conosciuti e magari è pure arrivato il momento di rimettere a posto quell’anta della credenza che, durante l’estate, è rimasta difettosa.Perché non ripartire da noi, dunque? Perché non abbandonare, almeno per un po’, questo sentimento di camminare verso un mondo lontano o alternativo? Perché non tornare alla nostra terra, alle nostre origini? Forse è giunto l’attimo di ripartire proprio da noi stessi e dalla nostra storia. Non lo so, sarà stato il fascino di quello scorcio maremmano a farmi sentire il bisogno di visitare la sinagoga di Pitigliano. Di camminare tra le vie di Sovana e di Scansano, proprio come facevo qualche anno fa, magari per mano dei miei genitori. E sapete che cosa? Mi sono sentito felice. E forse – ne sono sempre più convinto -, il vero passo in avanti è quello da fare indietro. Tornare a visitare le nostre bellezze, frequentare le nostre piazze e musei. Forse è arrivato il momento di tornare a sentirsi protetti. Abbiamo così tante ricchezze, tutte intorno a noi, che è veramente uno spreco non conoscerle.E quel sentimento, quel bisogno istintivo e privato, non è più andato via. Vi direi di abbracciarvi forte, questa volta però non in modo virtuale ma concretamente, perché non siamo più fuori, ma a casa. ![]() Augmented reality: drammaturgia del virtuale a Capalbio Inaugurata a fine luglio, la mostra ‘Augmented liberty – Esperimenti d’arte in realtà aumentata’, curata da Maria Concetta Monaci con il patrocinio del comune di Capalbio, traduce le diversificate formule del virtuale in immagini interattive e performative. Oltre alla normale visita espositiva, presso la Galleria il Frantoio, alcune opere esposte beneficeranno di un’ulteriore espansione, ossia quella della realtà aumentata: come in sorta di caccia al tesoro, attraverso l’utilizzo di un’apposita app (gratuita e di facile installazione), sarà possibile per la spettatore possedere una visione ‘aggiuntiva’ dell’artefatto artistico proposto, mediante la riproduzione tattile e digitale dello schermo, in cui l’iconicità dell’oggetto assumerà caratteri virtuali e falsamente veritieri, per la sua intrinseca dimensione tridimensionale, datasi lungo le mura merlate del piccolo borgo toscano. Gli artisti scelti sono Maurizio Savini, Giuliano Tomaino, Antonio Barbieri, Armando Tanzini e Bruno Pellegrino, habituè del comune per le precedenti collaborazioni presso Il Frantoio. Ciò ha giovato per la messa in scena dell’iter espositivo: conoscere quei luoghi comporta a un’arte consapevole delle proprie radici e perciò maggiormente fruibile. Il percorso si articola in piccole tappe di mezz’ora circa, riscontrabili su una mappa ad hoc della cittadina, lasciata in precisi infopoint: l’obiettivo è quello di restituire, mediante le telecamere dello smartphone, un’esperienza sensoriale totalizzante, focalizzandosi su un’estetica non più basata sulle forme e sulle cose, bensì su azioni e comportamenti: l’arte diviene relazione fra oggetti e individui e l’artista è colui che genera le condizioni per tali situazioni, mutanti e rinnovabili grazie al singolo intervento dell’osservatore. Il pubblico, eterogeneo per fascia d’età, potrà così condividere le proprie riflessioni sui social, mediante foto o video della propria esperienza con l’hashtag #augmentedliberty e #estatecapalbio. “Così facendo intendiamo avvicinare tutti all’arte contemporanea, grandi e piccoli, appassionati e non, al di là dei distanziamenti sociali e fisici imposti dall’era Covid” (Maria Concetta Monaci, Presidente dell’Associazione Culturale Il Frantoio) Il reale verrà arricchito e potenziato dal virtuale: si può parlare di realtà ideale? Augmented liberty terminerà l’undici ottobre, concludendo gli spettacoli della scena estiva capalbiese. Affrettatevi se potete! |
Bollettino numero 3 (settembre 2020)
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Il breve editoriale del mese: TORNA LA CITTA’ VISIBILE! Nel 2020 La Città Visibile, manifestazione d’arte e animazione culturale urbana, giunge alla sua undicesima edizione. Dal 18 al 27 settembre il centro storico di Grosseto sarà animato da decine di iniziative culturali, come l’Hexagon Film Festival (Corti in vetrina) e le mostre d’arte legate al tema “Fuori di sé” che, in questa edizione, sarà dedicato alle auto-rappresentazioni nell’epoca dei selfie. I grossetani, nel tentativo di distinguersi dalle banalità omologanti dei selfie da social, con questi autoritratti (fotografici, pittorici, narrativi, performativi) racconteranno un sé libero da convenzioni e stereotipi, in grado di andare oltre la superficie descrittiva dell’immagine per animare originali sfide identitarie, politiche e sessuali. Le sedi privilegiate delle mostre “Fuori di sé” saranno due: Polo culturale Le Clarisse e Museo Archeologico e d’Arte della Maremma. Il nucleo principale della manifestazione, come sempre, sarà rappresentato dalla Notte Visibile della Cultura, che nel 2020 si terrà – sabato 19 settembre – interamente sul circuito delle mura cittadine. La scelta di spostare tutte le iniziative culturali della Notte dal centro storico alle mura è stata dettata da motivi di sicurezza: la Notte Visibile della Cultura ha sempre richiamato nel centro di Grosseto moltissime persone; un affollamento che in questa edizione – per le norme sul distanziamento sociale relative all’emergenza Covid 19 – non sarà più consentito. Di conseguenza, per non cancellare l’evento, si è deciso di spostare la Notte Visibile sulle mura di Grosseto per creare un percorso in sicurezza, cioè una passeggiata continua sulla pista ciclabile che troverà delle piccole soste solo nella zona dei bastioni dove, se ci sarà posto, le persone potranno fermarsi e assistere alle varie performance. Buona Città Visibile! Mauro PapaDirettore Polo culturale Le Clarisse MOSTRE ![]() A.S.I.A. mostra d’arte di David Pompili dedicata ad Asia Argento. Clarisse Arte, 30 luglio – 13 settembre 2020, ingresso gratuito. Vedi: https://www.clarissegrosseto.it/asia-di-david-pompili Pietro Aldi e Paride Pascucci nelle collezioni pubbliche di Grosseto Clarisse Arte, 18 maggio – 13 settembre 2020, ingresso gratuito Vedi: https://www.clarissegrosseto.it/pietro-aldi-e-paride-pascucci-nelle-collezioni-pubbliche-di-grosseto ![]() FUORI DI SÉ / Auto-rappresentazioni nell’epoca dei selfie, 18-27 settembre, Clarisse Arte, sezione fotografie, ingresso gratuito MAAM, sezione video, dipinti e sculture e sezione I giorni del Silenzio, ingresso gratuito Vedi:https://www.clarissegrosseto.it/torna-la-citt%C3%A0-visibile-con-la-notte-della-cultura EVENTI e NEWS ![]() Sculture in piazza La call è gratuita e aperta a tutti gli scultori che vogliono esporre una propria opera monumentale in Piazza Dante a Grosseto Vedi: https://www.clarissegrosseto.it/apre-la-call-artists-sculture-piazza ![]() Giovedì 10 settembre, in occasione della presentazione del Giro Rosa che parte da Grosseto, il Museo Collezione Luzzetti sarà aperto gratuitamentedalle 21 alle 23 ![]() ore 18.00: INAUGURAZIONE ecopista, Piazza Indipendenza ore 18.30: INAUGURAZIONE DELLE MOSTRE LCV, Polo Le Clarisse e MAAM ![]() Sabato 19 settembre NOTTE VISIBILE DELLA CULTURA ore 18.00 Inaugurazione del percorso sulle Mura, Bastione della Rimembranza ore 19.00/24.00: Corti in Vetrina HEXAGON FILM FESTIVAL, centro storico ![]() Piano recital di Anfysa Bobilova, Scriabin Concert Series, domenica 20 settembre, ore 11.30, Chiesa dei Bigi, ingresso a pagamento Per prenotazioni tel. 392/1019472 ![]() Presentazione catalogo e documentario TRAME Festival mercoledì 23 settembre, ore 18.00, sala conferenze Polo Clarisse, ingresso gratuito ![]() Visita teatralizzata Il diavolo con gli occhiali, con Mirio Tozzini giovedì 24 settembre, ore 21.00, Museo Luzzetti, ingresso a pagamento Per info e prenotazioni 0564/488066-067-547 o collezioneluzzetti@gmail.com ![]() Di musica e d’Amore, concerto del Trio Lanzini e reading di Irene Paoletti sabato 26 settembre, ore 17.30, sala conferenze Clarisse Arte, ingresso gratuito ![]() Cerimonia di premiazione HEXAGON FILM FESTIVAL sabato 26 settembre, ore 21.00, Teatro degli Industri ![]() Visite guidate: Tutti i sabati ore 18:30, “Alla scoperta dei capolavori della Collezione Gianfranco Luzzetti”, visita guidata al museo (partenza con un minimo di 3 persone e un massimo di 7), prenotazione obbligatoria al 349108280 EXTRA ![]() Altri Sguardi, rubrica di giornalismo culturale a cura di Lorenzo Mantiglioni Visibili a La città visibile “La città visibile”, in programma dal 19 al 27 settembre, ha un sapore diverso, rispetto alle precedenti edizioni. E non è, se ci pensiamo bene, un qualcosa di così scontato o un’affermazione di circostanza alla quale faremmo fatica a crederci. In realtà è proprio vero: la manifestazione di quest’anno avrà un significato particolare. E alla fine non sembra nemmeno così impossibile visto che da marzo in poi, dal lockdown fino ad ora, abbiamo iniziato a convincerci che niente è ormai da escludere a priori.Sarà l’emblema di una città che respira. Che respira attraverso la mascherina, mantenendo il distanziamento sociale e ricordandosi che la stretta di mano ha lasciato il passo al bacio del gomito. Ogni comunità, quando si trova ad affrontare un momento così difficile, quando tutte le certezze crollano, quando anche solo godersi il sole all’aperto diviene proibitivo, trova un momento per reagire. Un momento in cui c’è quella sensazione viscerale di guardare avanti. Ecco, in un certo senso, La città visibile sarà anche questo. Ci saranno la pittura, la scrittura, la fotografia, ma soprattutto ci saremo tutti noi. Potremmo vederci, alzare un braccio in cenno di saluto – per poi ricordarsi di riporre un abbraccio nelle proprie tasche – e notare che un sorriso non può essere certo oscurato da un po’ di stoffa. Ci saremo noi che, guardandoci intorno, vedremo la nostra Grosseto tornare ad essere viva, sicura e con la voglia di stare insieme – senza, però, mai dimenticarsi delle buone pratiche anti contagio. Ci saremo tutti a La città visibile e, dopo molto tempo, potremmo renderci conto di essere tornati finalmente (!) visibili. Intorno all’immagine, rubrica d’arte a cura di Camilla Lo Schiavo Simulacra eius: gli scatti di Zanoni fra selfie e citazione. L’undicesima edizione della manifestazione d’arte e animazione culturale urbana ‘La città visibile’, propone come tema del percorso l’autorappresentazione, la riproduzione del sé fuori di sé. L’iniziativa riguarda diverse discipline, in cui il medium espressivo è volto a rilasciare un’autoproduzione dell’io, dagli autoritratti pittorici a quelli narrativi, poetici e performativi. L’autoritratto come genere è assai singolare: si tratta dell’immagine di un’immagine. Riproduce in immagine il volto, che si fa a sua volta immagine di noi stessi. L’opera ottenuta si esplica attraverso una precisa oggettualizzazione, in cui il volto si fa carico di una maschera rassomigliante al vero. L’autore restituisce allo spettatore una consegna dell’io o di una sua idea di realtà, trasformando in seguito l’artefatto in una viva esperienza estetica. Si prenda come esempio uno degli scatti focus della città visibile, ovvero il Narciso di Giuseppe Zanoni. La pellicola appartiene alla raccolta fotografica Caravaggio MMX, in cui le opere del pittore seicentesco vengono intese in chiave contemporanea. Il quesito che muove Zanoni è un’attualizzazione caravaggesca: cosa avrebbe dipinto oggi il Merisi? La sua è un’interpretazione iconica moderna, nella quale al posto di Narciso ferma un qualunque soldato ferito, che specchiandosi nell’acqua si osserva: il volto dell’uomo è ferito, perché sconvolto dai disastri della guerra. L’immagine speculare ottenuta si fa riflesso della propria debolezza e incertezza. In questo caso la maschera è sottoposta a un duplice atto meccanico: quello della superficie del fiume e quella della macchina; compito dell’artista è saperlo trasformare in un documento vivo, per rilasciarne un simulacro psicologicamente attivo. L’autoritratto diviene quindi citazione e al contempo ricostruzione: sta a noi ora proporre un visivo atto linguistico, ossia una maschera in carne e ossa dell’uomo odierno. ![]() “Fuori di sé” di Monica Falconi “Vedere è sempre vedere-con. Per dirla in un altro modo, ogni volta che noi guardiamo un’immagine, noi immaginiamo che questa venga vista nello stesso modo dall’insieme degli spettatori passati, presenti e futuri.” Serge TisseronSono d’accordo con coloro che sostengono che L’autoritratto è presentazione, Il selfie è relazione. Senza condivisione, senza il feedback dei like e dei commenti, il selfie non esiste.Il selfie non è un genere fotografico, ma un modo nuovo di utilizzare l’immagine di noi stessi in una relazione sociale condivisa.L’autoritratto è invece un genere fotografico, che porta l’artista a donare l’immagine di sé, legata al momento intimo di uno scatto nel quale si riconosce.La differenza è abissale In buona misura quella dei “selfie” vs “l’autoscatto” è la vecchia storia che si ripete ogni qualvolta l’umanità si trova al cospetto di una nuova forma di comunicazione. Si fanno paragoni con l’arte classica, e nello specifico con l’ancor più giovane arte fotografica. Si va a pescare negli archivi la foto di Joseph Byron del 1920 per insignirla del titolo di “primo selfie della storia” . Si discute su come si sarebbe rapportato all’immagine dei selfie Andy Warhol nell’era di internet. Irridiamo il Capolavoro di Leonardo ritraendo la Monna Lisa nell’atto di scattarsi un selfie.A parer mio tutto è concesso, tutto è lecito. Di fatto il selfie può restituirci il pieno controllo sull’immagine di noi stessi eliminando del tutto la conflittualità della propria immagine che dipendeva dallo sguardo del fotografo, anche quando quel fotografo eravamo noi stessi, prima di correre dall’altra parte dell’obiettivo e trasformarci in soggetti passivi dello scatto. Eppure facciamo sempre più spesso selfie dove non ci riconosciamo tanto da sentire la necessità di sottrarci ad essi facendo smorfie o appiccicando adesivi. Perché lo facciamo? Forse perché in realtà quella che chiediamo al selfie è un’altra cosa dall’autoritratto, è la rappresentazione esistenziale di un “qui ed ora “ virtuale e non una rappresentazione identitaria di noi stessi nel tempo.Pare che uno dei primi selfie fu fatto nel 1920 a New York sul tetto del Marceau Studio sulla Fifth Avenue. Poiché l’apparecchio fotografico era troppo pesante da tenere con una sola mano, lo reggono in due: Joseph Byron e Ben Falk. Nel mezzo, Pirie MacDonald, Colonel Marceau e Pop Core. |
Bollettino n.2 (agosto 2020)
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Il breve editoriale del mese: UN MUSEO CHE SI APRE ALLA CITTÀ Dopo il coronavirus, i musei non saranno più quelli di prima.Non parlo delle norme sulla fruizione in sicurezza e sulla regolamentazione dei flussi d’accesso, ma di specificità e funzione dei musei, soprattutto di quelli locali e periferici come il Polo culturale Le Clarisse. A mio avviso, da molti anni e fino a oggi, i musei sono stati progressivamente relegati in una dimensione di mera economicità dipendente, in primo luogo, dalla capacità di attrarre visitatori paganti. Tradotto: il museo migliore è quello che attira più turisti e visitatori. I musei, però, a mio avviso non devono essere solo attrattori turistici ma anche, e soprattutto, spazi democratici in cui si costruiscono benessere sociale e idee sostenibili di futuro. Il museo deve essere “relazionale”, cioè luogo di esperienza conoscitiva, aggregazione sociale, crescita civile e definizione identitaria dei singoli e della collettività. Di conseguenza, i musei più “utili” alla comunità sono quelli più aperti e inclusivi. Quindi, in questo momento di emergenza in cui il turismo “non di prossimità” (soprattutto quello dall’estero) vive purtroppo una crisi drammatica, si può e si deve ripensare il ruolo del museo come presidio territoriale per la salute individuale e pubblica, luogo essenziale per il benessere della comunità al pari delle farmacie, delle scuole o delle biblioteche. Il museo, quindi, deve “uscire da sé stesso”, aprirsi e andare incontro alla città. Il Polo Le Clarisse (ex Cedav) lo fa dal 2008, organizzando la manifestazione culturale La Città Visibile e molte altre iniziative legate alla street art, come CAP58100 (citato nell’editoriale di luglio). Dal 2020, però, il nostro impegno in questa direzione diventa ancora più rilevante: a giugno si è inaugurato, con la mostra di Alberto Inglesi, il progetto “Sculture in piazza” che vuole portare ogni anno i cittadini a dialogare con un’arte pubblica sempre diversa e rinnovata, stimolo per riflessioni anche critiche e dibattiti costruttivi. In agosto pubblichiamo una “call for artists”, rivolta agli scultori locali, per aderire all’iniziativa consulta il nostro sito www.clarissegrosseto.it. Le sculture selezionate verranno esposte in piazza alla fine dell’anno. Sarà solo il primo di un appuntamento che renderà la città un museo diffuso, e partecipato, d’arte contemporanea. Mauro Papa – Direttore Polo culturale Le Clarisse MOSTRE ![]() Vedi: https://www.clarissegrosseto.it/asia-di-david-pompili ![]() ![]() Vedi: https://ita.calameo.com/read/001240552d8b5df7d2f84 EVENTI ![]() ![]() ![]() ![]() visite guidate gratuite al monastero delle Clarisse: ore 10.30 e ore 19.00 Caccia al tesoro per bambini ore 18.00 iniziative gratuite ![]() ![]() EXTRA ![]() Altri Sguardi, rubrica di giornalismo culturale a cura di Lorenzo Mantiglioni Ciao, sono Chiara e oggi parleremo degli Uffizi Se c’è una cosa della quale possiamo essere tutti d’accordo – qualunque siano le nostre convinzioni – è che tutto ciò che tocca Chiara Ferragni diventa di tendenza. Allo stesso tempo, qualcuno di voi potrebbe domandare: “E di questa Rubrica, cosa dobbiamo farci?” Niente, potrei rispondervi. Ma credo che un’analisi insieme, una volta al mese senza impegno, non sia un evento così eretico. Inoltre, indagare su un fatto di cronaca così legato all’arte (o all’arte del ventunesimo secolo?) penso sia decisamente importante.Partiamo dall’antefatto: Chiara Ferragni, influencer italiana con un numero di followers da capogiro, si scatta un selfie di fronte alla Venere di Botticelli. Allo stesso tempo, gli Uffizi escono con un post, sempre sui social, in cui giocano sul binomio arte-influencer. Qualcuno di voi penserà: ma davvero il Botticelli o il Bernini hanno bisogno di Chiara Ferragni da Cremona per farsi pubblicità? La risposta immediata è ovviamente “no”, ma la realtà è sempre più complessa (e contorta, aggiungerei io) di quello che sembra.Potremmo discutere per ore sulla questione e forse non troveremmo mai alcun punto d’incontro, perché – al giorno d’oggi, forse perché siamo in una fase in via di sviluppo mediatico e culturale – nessuno a cuor leggero si sentirebbe di coniugare Guernica di Pablo Picasso a una pagina Facebook od una Storia di Instagram. Peccato, però, che tutto intorno a noi stia cambiando. La nostra società, i nostri usi e costumi – comprese le tradizioni e l’arte in generale – devono rapportarsi con un sistema perverso e spesso futile quale quello dei social network.Mettiamola così: se Dante Alighieri o Leonardo da Vinci volessero entrare in discoteca, un sabato sera qualunque, senza essere stati messi in lista da Fedez o da Chiara Ferragni, passerebbero tutta la notte in fila senza alcuna possibilità di ballare in mezzo alla pista.E poi, sapete che cosa? Ma quanti di voi – io compreso – hanno più volte (e giustamente) visitato il Museo degli Uffizi, senza però mai vederlo nominato o ricordato in televisione o su un giornale cartaceo? Quanti dei nostri figli, nipoti, vicini di casa o colleghi di lavoro non hanno sentito il bisogno di conoscere il Rinascimento italiano? Molti, potreste rispondere.E allora vi faccio una provocazione: tra un selfie e l’altro, tra un sorriso della Chiara Ferragni e una foto con un filtro del cellulare, potrebbe, t’oh guarda!, mettersi in posa un Botticelli. Cambia la lingua ma, per fortuna, l’arte – in tutte le sue forme – è poliglotta. Fotomelia, rubrica di fotografia a cura di Monica Falconi Cronache dal Lockdown di Andrea Calani Mostra fotografica al Molino Hub – Bastione Mulino a Vento- Grosseto 30 luglio-2 agosto 2020 Espone per la prima volta nella sua città di Grosseto, Andrea Calani, giovane fotografo di 22 anni che con i suoi scatti durante il lockdown porta al pubblico la testimonianza di una città che non si è mai fermata. L’ho intervistato per conoscere il suo percorso come fotografo per capire quali sono state le motivazioni personali che lo hanno spinto a documentare un periodo socialmente così difficile, per parlare con lui di progetti futuri, dei suoi sogni e speranze. Andrea è un ragazzo semplice, sorpreso egli stesso dell’interesse suscitato dal suo lavoro, tanto da meravigliarsi dell’ attenzione ricevuta, in prima battuta da un positivo riscontro sui social, e conseguentemente dalla stampa che lo ha portato all’attenzione delle cronache locali. Adesso una mostra a lui dedicata negli spazi appena inaugurati del Molino Hub di Grosseto.Andrea parlami di te come fotografo- “ E’ iniziato tutto per gioco, all’età di sedici anni ho iniziato a fotografare i fiori e qualsiasi cosa mi trovassi davanti. Poi grazie all’alternanza scuola/lavoro ho avuto la possibilità di fare da secondo in un servizio fotografico matrimoniale, e da lì ho capito che la fotografia poteva essere la strada per dare voce ai miei pensieri, per esprimere i miei sentimenti” Quindi hai scelto la strada dura e impervia del “Fotografo”- (sorride) “ Sì, grazie ai miei genitori ho potuto comprare la mia prima macchina professionale mentre ancora frequentavo le scuole superiori, tra un piccolo lavoro fotografico e l’altro ho iniziato a viaggiare fissando nei miei scatti le particolarità del mondo che mi circonda. Parlami di questo tuo lavoro “Cronache dal Lockdown”- “Attraverso la fotografia ho deciso di reagire a questo momento socialmente difficile. Partecipando attivamente alle iniziative di volontariato, ho potuto immergermi nella realtà grossetana ed è stato per me naturale documentarla. Non è stato facile, non avevo nessuna autorizzazione, e ho corso qualche rischio, ma la voglia di raccontare la mia città con un briciolo di positività ha infranto ogni mia titubanza”Oggi la mostra, e domani? Cosa vedi nel tuo futuro- “Il futuro… sono tempi difficili, ma non mi manca l’entusiasmo. Vorrei presto avviare una mia attività come fotografo professionista ed iniziare così un progetto di vita. Mi auguro di poter continuare ad avere feedback positivi, ma sopratutto di ricevere la stima verso quello che sto facendo e che vorrei fare. Non mi resta che incrociare le dita e tirare dritto su questa strada. Sono impaziente di partecipare all’inaugurazione della tua mostra che ricordo avverrà il 30 luglio 2020 alle ore 18,oo presso Molino Hub – Bastione Mulino a Vento- Grosseto. Grazie Andrea |
Bollettino numero 1 (luglio 2020)
Questa newsletter avrà cadenza mensile e sarà il principale strumento per guidarti e tenerti aggiornato sulla futura programmazione culturale e artistica del Polo culturale Le Clarisse.
La newsletter è composta da quattro rubriche:
- Il brevissimo editoriale del mese
- Mostre
- Eventi e News
- Extra (blog d’arte e podcast, file audio, video, eccetera)
Il brevissimo editoriale di luglio: CHIAMATA ALLE ARTI!
Questa vuole essere una newsletter nuova, sintetica ed agile. L’obiettivo è quello di informarti senza annoiarti: ogni rubrica conterrà dei link per approfondire i contenuti. La sezione “Extra” rappresenta il nostro Blog d’arte e sarà dedicata a tutte quelle storie del passato, del presente o del futuro – internazionali, nazionali o locali – che i redattori della newsletter riterranno utili condividere con te. Tutti voi potete mandare un contributo da pubblicare nella newsletter: inviatelo a poloculturaleclarisse@gmail.com
In questo primo editoriale pubblichiamo una CHIAMATA ALLE ARTI.
Se vorrai, potrai collaborare con noi: Clarisse Arte (l’istituzione del Polo Culturale Le Clarisse dedicata all’arte contemporanea) ha bisogno di una comunità di amici e appassionati che – nello spirito partecipativo e relazionale che contraddistingue da sempre il nostro lavoro – supportino i nostri progetti o propongano progetti culturali condivisi.
Ad esempio, nei prossimi mesi saremo chiamati a lavorare a iniziative culturali che godranno sicuramente di un grande supporto a livello istituzionale. Tra loro, la manifestazione Città Visibile e CAP58100, il Cantiere d’Arte Pubblica di Grosseto che ha lavorato al censimento di tutte le opere d’arte pubblica di Grosseto e promosso negli ultimi anni molte manifestazioni legate alla street art e alla rigenerazione urbana.
Le iniziative che produrrà Clarisse Arte faranno parte dell’ambizioso progetto – annunciato dal vicesindaco Luca Agresti e dal presidente di Fondazione Grosseto Cultura Giovanni Tombari – di creare un quarto museo grossetano dedicato all’arte contemporanea negli spazi pubblici della città. Un museo pubblico in divenire che probabilmente sarà identificato col progetto CAP58100. Se vuoi far parte di questa comunità che, aderendo ad appositi elenchi istituiti da Fondazione Grosseto Cultura, accoglierà nuovi redattori per questa newsletter e potrà sviluppare progetti e attività, scrivi una email apoloculturaleclarisse@gmail.com
Mauro Papa (direttore Polo Culturale Le Clarisse)
MOSTRE
Pietro Aldi e Paride Pascucci nelle collezioni pubbliche di Grosseto
Clarisse Arte, 18 maggio – 19 luglio 2020, ingresso gratuito
Vedi: https://www.clarissegrosseto.it/pietro-aldi-e-paride-pascucci-nelle-collezioni-pubbliche-di-grosseto
Alberto Inglesi, Donna in cammino
Mostra diffusa di scultura nel centro storico di Grosseto, 13 giugno – 5 agosto 2020
Vedi: https://ita.calameo.com/read/001240552d8b5df7d2f84
EVENTI
Memorie da un tempo infinito / La Badessa di Santa Chiara e la Collezione Luzzetti
Visita guidata dalla voce, in filodiffusione, della Badessa di Santa Chiara.
Museo Collezione Gianfranco Luzzetti, 5 giugno – 12 luglio 2020 (prorogata!)
Vedi: https://www.clarissegrosseto.it/memorie-da-un-tempo-infinito
venerdì 17 luglio, ore 10
Inaugurazione del percorso permanente del Museo Collezione Gianfranco Luzzetti
Visite guidate:
- Tutti i venerdì ore 18:15 e 21:00, “Alla scoperta dei capolavori della Collezione Gianfranco Luzzetti”, visita guidata al museo (max 7 persone), prenotazione obbligatoria: 3491082807
- giovedì 9, 16, 23 luglio, ore 18.30, “I giovedì del pozzo”, visita guidata al Museo Luzzetti con degustazione di vini nel chiostro, per informazioni e prenotazioni: 3491082807
Sabato 11 e venerdì 24 luglio, Piazza Dante / presso la mostra di sculture di Inglesi, ore 22: CONTAGI, Performances di Teatro, Danza , Musica a cura di Associazione Culturale Polis 2001, regia di Francesco Tarsi
giovedì 30 luglio, Sala Conferenze Clarisse Arte, ore 12, presentazione del Saturnia Film Festival
e inaugurazione di A.S.I.A. mostra d’arte di David Pompili dedicata ad Asia Argento
EXTRA
Il mistero della Badessa: https://www.youtube.com/watch?v=QQMmxFz4K6I
Video promozionale dell’esperienza “Memorie da un tempo infinito” / serie “2MinutesArt”